18 febbraio 2016

La vicenda di Mons. Giandomenico Falconi, di Luciano Rotolo



L’introduzione al secondo volume sul vescovo Giandomenico Falconi, nato il 1810 e morto il 1862, l’autore Luciano Rotolo la chiude con la seguente frase: «Ancora una volta dedichiamo questo volume sia a coloro che ieri, come Mons. Falconi, non divennero squallidi doppiogiochisti o gattopardeschi cambia casacche, sia a coloro che, ancor oggi, testimoniano con coraggio la fedeltà ai propri ideali sprezzanti delle possibili conseguenze».
     Nella recensione al primo volume erroneamente scrivevo che nella parte documentale del libro veniva riportata integralmente la velenosa risposta anonima all’elogio funebre che Mons. Falconi tenne in occasione della morte del Re Ferdinando II avvenuta il 22 maggio 1859. Quel documento, ivi pubblicato, in realtà era la risposta, di alcuni sedicenti fedeli delle due città Acquaviva ed Altamura, alla lettera pastorale pubblicata il venerdì santo del 1861 dal vescovo Falconi, sul giornale “L’Unità Cattolica”, dal suo esilio di Capracotta.
     Con la pubblicazione di questa lettera pastorale, finalmente reperita, si apre il secondo volume su Mons. Falconi. Essa, per una scelta editoriale, fu pubblicata come “supplemento” al quindicinale, dando così «uno spazio tutto particolare a questo vescovo che era diventato il simbolo, non solo del passato Governo e della Chiesa, ma anche viva testimonianza delle vessazioni che venivano inflitte a coloro che erano rimasti fedeli ai loro valori». La Lettera trasuda una sottile nostalgia, un dolore profondo e una non sopita speranza di poter presto tornare nella sua Diocesi di Acquaviva e Altamura. Il vescovo Falconi poi nella Lettera tiene a sottolineare che i facinorosi che avevano accolto il “nuovo corso” e che lo avevano costretto all’esilio erano soltanto una esigua minoranza.
     La Lettera voleva essere una forte denuncia contro il nuovo governo piemontese il quale usava la menzogna, la paura e la violenza per imporsi.
     La nomina di Giandomenico Falconi a vescovo di Acquaviva e Altamura aveva avuto dell’insolito. Nel 1848, approfittando della confusione politica venutasi a creare con la rivolta scoppiata in Sicilia e con i tumulti verificatosi a Napoli fomentati da una minoranza radicale che voleva sostituire la monarchia con la repubblica, alcuni acquavivesi nominarono a vescovo della propria città l’allora arciprete Giandomenico Falconi. Il Papa Pio IX poi confermò tale nomina. Il Re Ferdinando II infine non solo la ratificò, ma offrì al Falconi la sua amicizia. In occasione dei festeggiamenti per la sua nomina a vescovo monsignor Falconi ideò il lancio in cielo di una grande mongolfiera. Questo “lancio del pallone” è entrato nella tradizione di Acquaviva, in occasione dei festeggiamenti in onore di Maria SS.ma di Costantinopoli, Patrona della Città.
     Nel libro a seguire vengono raccolti tre altri scritti (detti notificazioni, qui nel senso di atti vescovili diffusi a stampa) e di un’altra lettera pastorale scritta in occasione del vile attentato al re Ferdinando II avvenuto l’8 dicembre 1856. Tutti questi scritti hanno dei riferimenti al Regno delle Due Sicilie e sono introdotti da una collocazione storica.
     Con la prima notificazione viene regolamentato un Giubileo indetto per la diocesi di Altamura ed Acquaviva, e si parla della Costituzione concessa da Ferdinando II; con la seconda notificazione si invitano i fedeli ad aderire alla giornata di digiuno sollecitato dal Re, come riparazione per tutti i peccati di anarchia e ribellione verso la Religione e verso il Trono, ed il vescovo parla dell’umiliante fuga del Papa Pio IX a Gaeta; con la terza notificazione infine viene indetto un nuovo Giubileo di tre mesi, per scongiurare il colera che aveva colpito il Regno delle Due Sicilie (insieme ad altri stati europei). In quest’ultimo scritto si ritrova l’approccio teologico del tempo, che riteneva le malattie come castighi di Dio nei confronti del popolo che pecca e si allontana dalla verità.
     A questo libro pensiamo che ne seguirà un terzo sul vescovo Giandomenico Falconi, che metta insieme i contenuti del primo e secondo volume, collocando però premesse e quadro storico in una prima parte e poi in una seconda (quasi appendice) gli scritti del vescovo.
Rocco Biondi

Luciano Rotolo, La vicenda di Mons. Giandomenico Falconi prelato di Acquaviva e di Altamura. Un Vescovo e un patriota nella bufera dell’invasione piemontese, Volume secondo, Edizioni Viverein, Monopoli 2016, pp. 166, € 10,00

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