17 luglio 2015

Dizionario dei Patrioti Lucani, di Tommaso Pedìo




Il “Dizionario dei patrioti lucani artefici e oppositori (1700-1870)” di Tommaso Pedìo è stato ristampato anastaticamente nel 2005 dalla Società di Storia patria per la Puglia. Si compone di cinque volumi, per un totale di 2570 (duemilacinquecentosettanta) pagine (I - A/C - 524 pag., II - D/I - 592, III - L/O - 502, IV - P/R - 342, V - S/Z - 610). I primi due volumi della prima edizione del “Dizionario” erano stati stampati, rispettivamente nel 1969 e nel 1972, dalla editrice Vecchi di Trani; successivamente dopo il fallimento della Vecchi gli altri volumi furono stampati dalle Edizioni Levante di Bari nel 1979 (terzo) e nel 1990 (quarto e quinto).
     Il Pedìo, incaricato nel 1956 di redigere un elenco di personaggi nati in Basilicata per il “Dizionario biografico degli italiani” della Treccani, mise insieme oltre dodicimila schede biografiche, che ovviamente solo in minima parte potettero trovare posto nel suddetto “Dizionario”. Ma l’interesse per queste schede era grande ed Enti culturali, studiosi e cultori di storia misero su un “Comitato per la pubblicazione del Dizionario dei Patrioti Lucani”. Per la scarsità dei fondi si riuscì a pubblicare nel 1962 solo una introduzione al “Dizionario” (di 424 pagine). Fu però possibile successivamente pubblicare le dodicimila schede perché la Società di Storia Patria per la Puglia se ne fece carico.
     Con la raccolta di quei dati scheletrici il Pedìo non ha voluto persistere nell’errore di chi si è preoccupato di stendere un elenco di “patrioti” per dimostrare la presenza nel proprio paese di uomini che avrebbero tutto sacrificato per realizzare l’indipendenza e l’unità della patria. Attraverso i dati biografici di piccoli-grandi uomini ha cercato, invece, di fornire elementi per comprendere le aspirazioni e gli atteggiamenti dei diversi ceti sociali nella Basilicata tra il XVIII ed il XIX secolo. Quei dati biografici, che singolarmente presi non presentano alcun interesse, nel loro complesso ci fanno comprendere la vita della Basilicata. “Patrioti” per Pedìo, nel senso più ampio e più vero del termine, sono tutti quelli che la Basilicata l’hanno fatta, pur operando da versanti contrapposti.
     Nella prima metà dell’Ottocento la popolazione della Basilicata, secondo il Pedìo, è divisa socialmente in gentiluomini, galantuomini, civili e popolani. I gentiluomini comprendono sia quelli che vantano nella loro famiglia un titolo nobiliare, che quelli che, almeno da una generazione, abbiano avuto un vescovo, un alto magistrato, un dottore in utroque jure o un sacerdote dottore in teologia; i galantuomini sono considerati coloro le cui famiglie, prima del Decennio francese, erano state ascritte al Seggio dei Nobili o al Seggio del Popolo, i ricchi proprietari, coloro che avevano seguito i corsi di Giurisprudenza a Napoli e gli avvocati; civili erano i proprietari di origine recente, i notai, i medici, gli impiegati, i farmacisti, i commercianti, e spesso anche le famiglie che hanno nel loro seno un sacerdote che è riuscito ad accrescere il patrimonio familiare; popolani sono i maestri di bottega, gli artigiani, i contadini, i pastori ed i bracciali. I contadini e i bracciali, nella Basilicata borbonica, hanno sempre costituito circa il 90% della popolazione attiva. Sovente si riesce a passare da uno stato sociale ad uno superiore.
     Patrioti che entrano nel dizionario del Pedìo sono appartenenti a tutte le classi sociali. Ed anche moltissimi briganti: Carmine Crocco detto Donatelli, Giuseppe Nicola Summa detto Ninco Nanco, Giuseppe Caruso, Vincenzo Mastronardi, Pasquale Antonio Cavalcante, Michele Volonnino, Giovanni Coppa, Domenico Rubino, Angelo Antonio Masini, Giuseppe Padovano, Nicola Maria Girolamo Auletta, Antonio Cotugno, Vito Rocco Chirichigno detto Coppolone, Giuseppe Gerardi, e tanti altri tra cui anche delle brigantesse.
     Tantissime sono le notizie storiche che si possono dedurre dalle schede del “Dizionario”. Ne elenchiamo alcune: le dodici colonne insurrezionali lucane (con i loro rispettivi comandanti), che dichiararono decaduto Francesco II di Borbone e proclamarono l’annessione della Basilicata al Regno d’Italia; i nomi delle persone dichiarate “attendibili” (tenute in osservazione) durante il Regno delle Due Sicilie e sottoposte a misure di polizia, perché sospette di liberalismo; gli appartenenti alla Guardia civica, alla Guardia nazionale, al Comitato dell’Ordine, ai Comitati borbonici, al Circolo Costituzionale Lucano (1848), al movimento liberale, al Battaglione Mobile Lucano (1860), ai Cacciatori Lucani (1860), al Corpo Sanitario Insurrezionale Lucano (1860); i condannati per detenzione di libri proibiti, i condannati alla esportazione; i partecipanti all’Anticoncilio Ecumenico tenutosi in Napoli l’8 dicembre 1869; gli affiliati alla Carboneria, gli aderenti alla vendita carbonara “la Giovane Italia” che faceva capo a Vincenzo d’Errico (1788-1854).
     Ognuno dei cinque volumi è corredato in appendice di un elenco in ordine alfabetico dei personaggi in essi presenti distinto per paese di nascita. Nel quinto volume poi, degli 11.963 personaggi inclusi nei cinque volumi, vengono indicati la professione, il mestiere e la qualifica sociale. Nell’ultimo volume in appendice vengono ancora elencati i vescovi delle diocesi lucane dal 1734 al 1870, i prèsidi della Regia Udienza di Basilicata (1734-1806), gli intendenti di Basilicata (1807-1860), i prodittatori, governatori e prefetti di Basilicata (1860-1870).
     Sono utili anche alcuni cenni biografici su Tommaso Pedìo, che traiamo dalla postfazione di Nico Perrone al V volume. Pedìo nacque a Potenza il 17 novembre 1917, dove morì il 30 gennaio 2000. Studente fuori sede frequentò le facoltà di legge a Roma e Ferrara. Dottore in giurisprudenza il primo lavoro che Pedìo fece fu di giudice a Potenza. Dopo una breve esperienza in questa professione, fece per tutta la vita l’avvocato. Nel 1952 si sposò ed ebbe una figlia. La maggior parte del suo tempo la passò negli archivi e tra i libri. Divenne professore all’Università di Bari, ove insegnò per vent’anni, prima nella Facoltà di Magistero e quindi nel Corso di Laurea in Scienze Politiche della Facoltà di Giurisprudenza.
Rocco Biondi

Tommaso Pedìo, Dizionario dei patrioti lucani, artefici e oppositori, (1700-1870), Vol. I (A-C) pagg. 524, Vol. II (D-I) 592, Vol. III (L/O) 502, Vol. IV (P/R) 342, Vol. V (S/Z) 610, Società di Storia Patria per la Puglia, Regione Basilicata, Ristampa anastatica 2005

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