20 giugno 2015

L’arca della salvezza, di Enzo Di Brango



Anche la letteratura pone sempre più la sua attenzione al Regno che esisteva al Sud prima dell’invasione piemontese del 1860. Enzo Di Brango in questo libro utilizza la forma romanzo per descrivere gli ultimi anni del Regno delle Due Sicilie, aprendo delle finestre temporali su tre anni particolarmente significativi: 1836 (nascita di Francesco II ultimo re), 1848 (concessione dello Statuto e successiva repressione delle libertà costituzionali da parte di Ferdinando II), 1860 (invasione del Regno da parte dei piemontesi).
     E’ la storia di Alessandro Chiarelli, che nel ’36 aveva cinque anni, nel ’48 era entrato in una scuola militare borbonica, e nel ’60 si schiera a fianco di Francesco II. Il padre, barone Giuseppe Chiarelli, è un uomo per tutte le stagioni che si schiera sempre con il vincitore e che nella sua “arca” raccoglie giornali e pubblicazioni di tutte le aree, da selezionare e mettere fuori opportunamente a seconda del vincitore; a sinistra c’era una pila di giornali che avrebbero fatto comodo se continuasse a regnare Ferdinando, a destra c’erano giornali utili “se viene ‘n’atu re”, al centro c’erano pubblicazioni varie per situazioni non prevedibili; faceva parte dei “cafoni arricchiti che non si trascinano dietro nemmeno una goccia di sangue nobiliare vero”.
     Nel romanzo convivono personaggi di fantasia e personaggi storici, che accompagnano il lettore in un originale viaggio nel Regno delle Due Sicilie. Contessa Olinda Coronato, sposata con Giuseppe per salvare dalla bancarotta la sua famiglia, muore di colera, anche se il barone nel tentativo di salvarla si era rivolto allo spretato Luigi Cutone avvolto da “quell’alea di misterioso potere che gli affabulatori sanno sapientemente utilizzare per raggirare il mondo”. L’austriaca Mikaela Von Dienst Hickersberger, amica di Olinda e moglie del bigotto conte Arcangelo Celestini, collezionava uomini ritenendo il sesso il suo passatempo preferito. L’ultima regina del Regno delle Due Sicilie Maria Sofia, che nella fortezza di Gaeta assediata si comportò quasi come un soldato. Teresina, una ragazza erudita, intelligente e bella, figlia di Pasquale Marutti che gestiva una trattoria a Gaeta, e che aveva studiato dalle suore e le piaceva leggere, divenne la fidanzata di Alessandro; la pensava diversamente da quelli che sostenevano che i libri rovinano il cervello: “Questo è quello che dicono i ricchi, la nobiltà, i monarchi. Ci vogliono scemi, idioti per continuare a fare i loro porci comodi”.
     Altri personaggi storici presenti nel romanzo (alcuni solo citati, come Ferdinando I e II, Francesco II, Francesco Saverio del Carretto) sono Antonio Carafa, il barone di Brockhausen, il console Antonio Dominguez, il segretario di Stato dell’ambasciata della Santa sede don Pier Francesco Meglia, il deputato Ferdinando Petruccelli.
     Per capire l’aria che si respirava in quegli anni basta leggere l’inizio di un bando piemontese: “Gli atti nefandi che si vanno commettendo in alcuni paesi da bande armate a brigantaggio, vogliono esse prontamente repressi”, anche con fucilazioni e incendi di interi paesi.
     I tanti traditori che consentirono la sconfitta della Nazione napoletana sono infami, feccia, chiaviche, esseri indegni.
     Di Brango così chiude il suo libro: «L’interpretazione dei fatti storici, affidata ai personaggi, rispecchia esclusivamente il mio pensiero che è logicamente di parte come il pensiero di ognuno di noi; nella convinzione, come ha avuto modo di sottolineare il grande meridionalista Gaetano Salvemini, che “l’imparzialità è un sogno, la probità è un dovere”».
     Romanzo da leggere proficuamente e con piacere per la grande padronanza linguistica e letteraria in esso presente.
Rocco Biondi

Enzo Di Brango, L’arca della salvezza, Albatros, Roma 2015, pp. 182, € 14,90

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