5 agosto 2007

Le pere di Mele - Parlamentari a puttane

Che l’onorevole (?) Mele vada a puttane o si spari delle pere o sniffi a me non frega proprio niente. Quello che mi indigna invece è che individui come lui, o amici del suo partito, ci vengano a fare il predicozzo morale sul valore sacro della famiglia, sulla droga che uccide e che bisogna sfuggire come lebbra, sul rispetto della donne come persone (e le puttane non sono persone?). Quello che mi indigna è che persone come lui magari raccolgano firme per abolire le legge sul divorzio e sull’aborto. L’avete notato che i massimi capi dei partiti di destra, che a parole difendono la famiglia, sono tutti divorziati? Sono tutti, non solo i capi, sepolcri imbiancati di fuori ma pieni di vermi schifosi dentro, di evangelica memoria.
E che dire della cazzata che ha sparato Cesa, capo del partito di Mele, quando ha proposto che ai parlamentari bisognerebbe dare una indennità speciale per portarsi le mogli a Roma? Ovviamente bisognerebbe portarsi a Roma anche figli, padri, madri, suoceri e suocere, a carico. E chi ci garantisce che i deputati poi non userebbero quei soldi per andare a puttane? Io invece proporrei, eccetto che per i deputati, una indennità speciale per tutti quelli che la moglie non ce l’hanno o hanno una moglie che non gliela dà più; parte del “tesoretto” potrebbe essere usato per venire incontro agli scapoli di diritto o di fatto per aiutarli a superare lo stress da mancanza; anche una puttana potrebbe aiutare. Senza contare che anche queste lavoratrici ne trarrebbero vantaggio.
E che dire ancora dei test antidroga per gli onorevoli? L’altro giorno, in piazza Montecitorio, solo 120 parlamentari hanno fatto il test. Cosa significa: che gli altri 825, tra deputati e senatori, sono tutti drogati? Ma è stata una emerita buffonata. E chi è così fesso, che dopo essersi fatto va a sottoporsi ad un test volontario? Bisognerebbe fare i test a sorpresa, come per i ciclisti ed i calciatori. Vi immaginate voi, dopo una di quelle invereconde sceneggiate che vengono fatte in parlamento, che un medico si avvicini ad un onorevole o onorevolessa e chieda: mi scusi, mi faccia un po’ di pipì. Allora sì che sarebbe una cosa seria. O no.
Il parlamento è quasi tutto pieno di imbroglioni disonesti. Quelli dell’Unione dei Democratici Cristiani (UDC) sapevano molto bene, quando hanno piazzato Mele nella lista in modo utile per essere eletto, che quest’ultimo solamente qualche giorno prima era uscito dalla galera per aver riscosso tangenti in appalti pubblici e per assunzioni e che quelle tangenti se le andava a giocare al casinò. Non dovrebbe dimettersi da parlamentare solo Mele, ma tutto l’UDC dovrebbe essere cacciato dal Parlamento. Per passare poi agli altri partiti. Si correrebbe il rischio che il Parlamento rimarrebbe svuotato. Da adibire solo alle visite guidate.

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