Quello che Capezzuoli fa dire, alla fine del suo romanzo, dall'anarchico Giuseppe alla nipote di Michelina De Cesare, noi possiamo dirlo ai lettori del suo libro. Quello che leggiamo è la storia di chi voleva rimediare ad un'ingiustizia terribile che patirono le genti del meridione d'Italia. Da quell'ingiustizia sono nati molti dei mali che tutt'ora affliggono le terre meridionali. Chi ha ucciso e incarcerato coloro che hanno combattuto quella lotta, ha anche cercato di cancellarne la memoria. Obiettivo del libro è quello di contribuire a raccontare la verità su quello che accadde nel decennio che va dall'unità d'Italia (1861) alla sconfitta del brigantaggio politico e sociale (1870).
I libri di storia ufficiali hanno nascosto quello che veramente avvenne in quegli anni, hanno cancellato il tributo di sangue e di dolore pagato dai meridionali contro gli invasori. I morti di quella guerra furono circa centomila.
Il libro di Capezzuoli si inserisce nei sempre più numerosi studi che tentano di far venire alla luce quello che veramente avvenne in quei tragici anni. Anche se è un romanzo, che per definizione è opera di fantasia, tenta di ricreare un quadro attendibile e verosimile nel quale si svolsero gli avvenimenti in quegli anni. Incontriamo personaggi veramente vissuti. La vita del brigante lucano Carmine Crocco è narrata così come realmente avvenne. Della brigantessa Michelina De Cesare invece, realmente vissuta, viene inventata tutta la storia della sua famiglia e gran parte dei fatti narrati della sua vita e della sua morte.
La struttura del romanzo è scandita da date che titolano i vari capitoli. All'inizio del libro è posta la data dell'epilogo, il 30 agosto 1868, giorno nel quale Michelina De Cesare fu uccisa in un'imboscata dai soldati piemontesi. Il giorno successivo il suo corpo fu esposto nudo nella piazza del paese, insieme ad altri briganti uccisi. Quel corpo nudo e sfigurato venne anche fotografato.
La copertina del libro riproduce una bella brigantessa in costume, stampa all'albumina colorata a mano, che correntemente ed impropriamente viene identificata proprio con Michelina De Cesare. Si tratta invece di una modella, messa in posa dal fotografo nel suo atelier.
La storia narrata nel romanzo comincia nel 1860 con il patto stipulato tra il primo ministro piemontese Camillo Benso di Cavour con degli industriali, per reperire fondi che avrebbero finanziato l'impresa della conquista a tradimento del sud, utilizzando la figura di Garibaldi.
La storia continua con la descrizione della famiglia di Michelina, con la battaglia del Volturno, con le vittorie e le sconfitte delle bande di briganti capitanate da Carmine Crocco, Ninco-Nanco, Agostino Sacchitiello, Francesco Guerra. Si parla poi del ruolo che ebbe la Chiesa di Roma in quelle lotte del sud. Viene descritta la dura ed inumana repressione dei briganti-partigiani del sud ad opera del piemontese generale Cialdini. E' invenzione romanzesca la vendetta consumata dai fratelli di Michelina De Cesare contro il suo traditore. Viene presentata la vicenda personale di Carmine Crocco, che vide coinvolti lo Stato Pontificio e i francesi, fino alla sua morte avvenuta in carcere il 18 giugno 1905, all'età di 75 anni.
Questo romanzo di Capezzuoli ha vinto la 2^ edizione del Premio letterario “Città di Castello”, con la seguente motivazione: «Il primo premio va ad un romanzo che analizza con lucidità il periodo storico successivo all'Unità d'Italia, nel meridione del paese. Attraverso le figure di due “briganti”, Michelina De Cesare e Carmine Crocco, l'autore, con grande forza narrativa, illustra la sollevazione contadina e la sua repressione da parte dello Stato, scoprendo i motivi per i quali questo momento della nostra storia nazionale, è stato completamente cancellato».
Rocco Biondi
Fulvio Capezzuoli, Gli anni del sole stanco, Edimond, Città di Castello (PG) 2008, pagg. 190, € 22,00
18 aprile 2009
Gli anni del sole stanco, di Fulvio Capezzuoli
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1 commento:
E'una fortuna che in questo momento in cui si parla quasi esclusivmente di questione settentrionale, vi sia nche qualcuno che ccenni alla piemontesizzazione del mezzogiorno e alla connessa e conseguente questione meridionale.
Grazie per la segnalazione.
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