
Ai documenti è anteposta una ricca
introduzione, che sintetizza la storia del brigantaggio. Dalle carte, dalle
quali si parte, risulta che il brigantaggio è visto dalla parte dei vincitori
piemontesi e si termina con alcune osservazioni dell’autore, che è dalla parte
dei briganti. Di questi ultimi alcuni sono accennati solamente, di altri si
parla più diffusamente. Sono accennati fra gli altri Michele Caruso, Gaetano
Manzo, Domenico Fuoco, Domenico Valerio detto Cannone, i fratelli La Gala, Giuseppe
Schiavone, Nunziante D’Agostino, Luigi Alonzi detto Chiavone, Nicola Summa
detto Ninco Nanco, Francesco Guerra, Cosimo Giordano, Alessandro Pace, Raffaele
Tristany, José Borges; si accenna anche alle brigantesse Filomena Pennacchio,
Maria Giovanna Tito, Chiarina Rinaldo, Michelina De Cesare; si accenna alla
distruzione dei paesi Pontelandolfo e Casalduni, alla legge Pica, ai cacciatori
di teste dei briganti. Si parla anche del re Francesco II e del papa Pio IX.
Si tratta più diffusamente di Carmine Crocco,
il Generale dei Briganti, nato a Rionero, nel circondario di Melfi, che riuscì
a comandare più di duemila uomini; combatté anche fra i garibaldini, poi
definitivamente fra i briganti; fu uno dei pochi che riuscì ad avere salva la
vita; morì nel carcere di Portoferraio, sull’isola d’Elba, nel 1905 all’età di
75 anni.
Massimo Lunardelli è anche autore del
documentario filmico “Carmine Crocco, dei briganti il generale”.
Massimo Lunardelli, Guardie e ladri, Blu Edizioni, Torino
2010, pp. 200, € 14,00