
Rivivono i briganti Fra’ Diavolo, Gasparoni, il Passatore, Mastrilli, don Ciro Annicchiarico, Mayno della Spinetta, Chiavone, Tiburzi, Vardarelli, Borjès, Crocco, Michelina De Cesare, Ninco Nanco, Sergente Romano, Pizzichicchio, Nicola Morra, Musolino, Salvatore Giuliano, e mille altri.
Vengono sfogliati i libri di Stendhal, Irving, Pietro Masi, Monnier, Emidio Cardinali, Oddo, Bourelly, De Sivo, generale Church, Moens, De Witt, Saverio Nitti, Del Zio, Lucarelli, Cesari, Gelli, Alianello, Mario Monti, Hobsbawm, Molfese, Pedio, Viterbo, De Jaco, Nicolosi, Mammuccari, Alfio Cavoli, Alfonso Scirocco, Valentino Romano, Gianni Custodero, e tanti altri.
Il libro è soprattutto pensato – scrive lo stesso Raffaele Nigro – per consultazioni fatte al momento giusto. Non è necessaria quindi una lettura metodica, si può sfogliare il libro e fermarsi su qualcosa che suscita interesse o si può cercare qualcosa che ci interessa, si può scorrere l’indice andandosi poi a leggere del brigante o dello scrittore che si vuol approfondire, si può cominciare la lettura dai capitoli finali e andare poi a ritroso. Io comunque ne ho fatta una lettura organica e metodica, che è durata parecchi giorni, davanti ad un computer collegato ad internet per poter acquistare online libri che mi interessavano e che già non avevo.
Il libro si occupa – dice ancora Nigro – della scrittura di e sui briganti nata soprattutto in Italia, facendo confluire sotto questa voce, diventata nei tempi correnti pluricomprensiva, termini come: banditi masnadieri fuorgiudicati ribelli fuorbanditi sbandati ladroni. Io però avrei preferito che nel titolo ci fosse la parola “briganti”.
Dalla lettura del libro viene fuori palesemente che Nigro è dalla parte dei briganti. Non a caso il libro è dedicato “a Tommaso Pedio compagno di briganti”. Il brigantaggio viene letto come fenomeno originato da malessere sociale ed economico. Gli sconvolgimenti politici e sociali provocano quasi sempre, per reazione, un banditismo anarcoide o legittimista. Nasce spontaneo il collegamento al terrorismo del nostro tempo. «Un banditismo politico che oggi va di pari passo con forme di terrorismo rivoluzionario o separatista, dalla guerriglia basca a quella irlandese al terrorismo ceceno, afgano e iracheno e che diventa sempre più eclatante per via degli strumenti di offesa messi in atto», scrive Nigro.
A conclusione del libro sarebbe stato molto utile un apparato di indici con nomi e luoghi.
Raffaele Nigro, Giustiziateli sul campo – Letteratura e banditismo da Robin Hood ai nostri giorni, Rizzoli, novembre 2006, pp. 700, Euro 26,00