13 luglio 2008

La repubblica del cazzo

Prima del governo Berlusconi IV la repubblica del cazzo poteva essere considerata sinonimo della repubblica delle banane. I termini cazzo e banane venivano usati in senso figurato - ci suggerisce Wikipedia - per definire governi dove un leader forte concede vantaggi ad amici e sostenitori senza grande considerazione delle leggi e mettendo alla porta coloro i quali non li hanno votati. I termini venivano anche usati in toni satirici per identificare la Repubblica Italiana, a causa dell'incapacità del governo e delle istituzioni pubbliche nel risolvere i problemi dei cittadini.
Oggi però, sentite le intercettazioni telefoniche di Berlusconi IV e soci, il termine cazzo, nell’allocuzione repubblica del cazzo, è da intendersi in senso letterale come membro virile, pene. Titolo di merito degli e delle aspiranti per accedere a carriere e posti di comando è l’essersi prodigati direttamente o indirettamente, a favore dei detentori del potere, a farlo (il cazzo letterale) entrare in funzione.
In questo tipo di repubblica è normale, quando si vede una bella gnocca condurre un programma televisivo o fare il ministro, scoprirsi a chiedere: «Chissà a chi gliel’ha data per trovarsi in quel posto?».
Il trapasso dal senso figurato al senso letterale cominciava ad annunciarsi quando il Bossi preinfarto proclamava di averlo duro, dando vita alla teoria politica leghista del celodurismo.
La repubblica del cazzo letterale è quella che giustifica e consente alla comica Sabina Guzzanti di scrivere sulle pagine del Corriere della Sera: « Pari opportunità e Carfagna sono due concetti incompatibili come Previti e giustizia». A scanso di equivoci dichiaro subito di essere d’accordo con la Guzzanti.
Se non ci trovassimo nella repubblica del cazzo, in senso figurato e/o letterale, alla stessa Guzzanti non le sarebbe stata data occasione di dichiarare che è falso che non si possa criticare il presidente della Repubblica; si può e ci sono buone ragioni per farlo richiamando il parere dei cento costituzionalisti sul Lodo Alfano. Parimenti la Guzzanti mai avrebbe affermato che è falso che non si possa criticare e attaccare il Papa; si può e ci sono buone ragioni per farlo; non regge l’alibi che è super partes. «Super partes - ha scritto la Guzzanti al Corriere - non è uno che si schiera con tutte le sue forze su ogni tema, dalla scuola ai candidati alle elezioni, alla moda e alla cucina, con interventi spesso molto al di sotto delle parti, cosa su cui anche la Littizzetto, esimia collega, ha efficacemente ironizzato».
Sintomo che siamo in una repubblica del cazzo è il fatto che ci troviamo d’accordo con Di Pietro nel dichiarare che stiamo con la piazza e non con il potere, stiamo con Davide contro Golia. Siamo con le piazze perché nelle piazze c’è la politica vera, mentre nelle stanze del potere c’è la politica dello scandalo, la politica del cazzo.
Chiudo questo post dubitando fortemente che Vittorio Zambardino lo possa citare nel suo Netmonitor di la Repubblica.it.

3 commenti:

  1. Sono completamente d'accordo con te.
    Complimenti per il blog, molto interessante.
    Ti va uno scambio di link?
    (clientelismo Italiano, da Repubblica del kutso, appunto)

    Claudio.
    http://ciclofrenia.wordpress.com

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  2. Ottimo titolo. Da solo è già un post.

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