24 settembre 2004

Tanto casino per una tetta

«Tanto casino per una tetta». Così cominciavo un mio post del 7 febbraio, in questo blog, commentando quanto era avvenuto domenica 1 febbraio in un intervallo musicale del Superbowl americano. Il cantante Justin Timberlake aveva scoperto un seno della collega Janet Jackson, sorella di Michael. L’episodio suscitò un immane putiferio negli Stati Uniti.
Ora l’emittente televisiva americana CBS, che mandò in onda il programma, è stata condannata a pagare una multa di 550 mila dollari. Presidente della commissione di censura è Michael Powel, figlio del Segretario di Stato americano.
La Jackson dichiarò che tutto il polverone sul suo seno era stato sollevato per togliere i riflettori dalla guerra in Iraq. La Jackson è stata radiata da tutte le televisioni.
A me questa storia mi fa un po’ sogghignare, ma nello stesso tempo mi fa indignare. Strani questi americani che accettano supinamente la sporca guerra di Bush in Iraq, con le tragiche conseguenze di morti innocenti e dell’esplosione dello sporco terrorismo, e si indignano per un’innocente tetta peraltro con il capezzolo coperto. In questi momenti tragici e grevi bisognerebbe invece gioire alla visione di un bel seno nudo, che ci riconcilia con la vita. Il terrorismo, tutti i tipi di terrorismi vogliono spaventarci, farci chiudere in noi stessi, spingerci in una rassegnazione impotente, farci arretrare dalle conquiste di libertà e democrazia. Ed invece no, dobbiamo continuare ad essere vigili e presenti per mandare a casa con il nostro voto chi vuole la guerra, per riversarci nelle piazze per rivendicare i nostri diritti e principalmente il nostro diritto più grande: la pace.
E certamente sarebbe meglio se il nostro mondo non avesse da offrirci sui giornale, in televisione, nel web corpi di morti sfigurati, teste umane tagliate con coltelli, bombardamenti, distruzioni, ma bei corpi nudi gioiosi e vitali.

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