5 settembre 2006

I comici: Benigni e Berlusconi

Questa sera avrei voluto trovarmi a Pesaro per partecipare allo spettacolo di Roberto Benigni, nell'ambito della Festa de l'Unità. Pare che Benigni abbia personalmente invitato Berlusconi a prendere parte allo spettacolo. Sarebbe stata la consacrazione di Berlusconi come comico. Avrebbero dato vita ad un duo eccezionale. Quasi uno Stanlio e Ollio dell'epoca odierna. Il duo Be.Be.
Benigni ha scelto di recitare il quinto canto dell'Inferno, quello di Paolo e Francesca. Benigni sarebbe stato Paolo e Berlusconi Francesca. Sarebbe stato comico e divertente sentire Berlusconi/Francesca recitare: «Nessun maggior dolore / che ricordarsi del tempo felice / ne la miseria». E Benigni/Paolo a consolarlo.
Ma pare che Berlusconi abbia sbagliato festa e sia andato alla Festa della Margherita di Rutelli a Caorle. Si sarebbe accontentato di Apicella e avrebbe rappresentato la parte di se stesso. Ed il pubblico si sarebbe scompisciato dalle risate. Pochi intimi per Berlusconi contro i 30 mila di Benigni.
I margheritini non hanno apprezzato tanto. Non hanno gradito un comico sul viale del tramonto. E per farli consolare Rutelli darà al suo pubblico Bruno Vespa.
Ed intanto il consigliere Ferrara sta tentando di convincere re Berlusconi ad abbandonare le scene. Meglio cadere in piedi. Prima di diventare un teschio sbranato dal conte Ugolino.
Ma il confessore Baget Bozzo la pensa diversamente. «Non ci sono alternative alla sua leadership». Berlusconi è condannato a restare a guidare il suo popolo. «Solo Silvio può parlare al nostro popolo». Dopo di lui il diluvio.
Io invece, più modestamente, ma forse è solo un pio desiderio, credo che ormai Berlusconi sia finito. E cadde come corpo morto cade. Amen.

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