Noi italiani dovunque andiamo ci facciamo conoscere. O meglio, dovunque il Berlusca e i suoi uomini vanno, si fanno conoscere per la loro pochezza e mancanza di cultura politica e governativa.
Sentite che giudizio si è meritato Buttiglione (già uno con quel cognome non promette niente di buono, ma poveretto non se l’è scelto lui) nell’esame che sta sostenendo davanti al Parlamento europeo per diventare commissario alla giustizia. «Devo confessare che in Spagna non vorrei un ministro della Giustizia che difende queste tesi. Se fosse uno che si occupa di barbabietole, potrei capire. Ma chi si occupa di giustizia…», ha sentenziato Josep Borrell, presidente del Parlamento europeo. I concetti del Buttiglione, giudicati scioccanti da Borrell, riguardano l’omosessualità ritenuta peccato e la donna che secondo il filosofo dal pensiero debolissimo deve restare a casa a fare figli sotto la protezione del marito; non meno scioccanti sono le sue opinioni sulle minoranze e sull’immigrazione.
L’intervento di Borrell ha suscitato tante reazioni nel mondo politico italiano, pro e contro. Tra quelle pro giudizio Borrell cito l’on. Catania di Rifondazione che colloca Buttiglione nel Medioevo. Tra quelli che si sono distinti nello scagliarsi contro Borrell primeggia il ministro Giovanardi che va in soccorso di Buttiglione con profondissime e articolate motivazioni, dice infatti a Borrell: «anche le barbabietole, diversamente da lui, avrebbero compreso i ragionamenti di Buttiglione». Di fronte a questo argomentare di Giovanardi rimaniamo disarmati.
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