30 giugno 2004
La nostra vita in un hard disk
Fra non molto sarà possibile archiviare in un normale computer di casa tutte le informazioni possibili ed immaginabili di circa 60 anni della nostra vita. Stanno per essere commercializzati pc in grado di registrare fino a un Terabit (1000 Gb). Per ogni giorno potremo registrare 100 messaggi di posta elettronica, le visite di 100 pagine web, 5 scannerizzazioni, 10 foto, 8 ore di audio (telefonate, riunioni, …), la lettura di 1 libro ogni dieci giorni, l’ascolto di un nuovo cd ogni settimana. In un futuro un po’ più lontano potremo memorizzare su pc gli odori che sentiamo. E se non ci basta registrare le nostre giornate da svegli, potremo memorizzare anche le nostre notti, compresi i sogni.
28 giugno 2004
Berlusconi KO
Finalmente gli elettori hanno capito che chi è capace di cantare deve cantare e chi è capace di governare deve governare. Vedi la provincia di Milano. Spero che gli elettori capiscano presto anche che chi è capace di fare soldi faccia soldi, ma con le sue forze, non occupando lo Stato per interessi personali. Leggi Berlusconi.
Paolo Franchi nel fondo del Corriere della Sera di oggi scrive che il voto per le provinciali di Milano, vinte dal centrosinistra, è “così denso di cattivi presagi per il governo e per la coalizione che lo sorregge. Perderne la provincia così seccamente, e perderla dopo aver perso, due settimane fa, le elezioni europee e il primo turno delle amministrative, significa che quel potere (il potere di un monarca assoluto) indiscusso e indiscutibile non lo è più nella sua roccaforte, figuriamoci altrove”.
Pasquale Cascella su l’Unità scrive che “Silvio Berlusconi ha perso la città emblema del suo impero finanziario e mediatico, delle sue alleanze politiche privilegiate, del suo comando unico. Ed ora la maggioranza reale del paese assedia la maggioranza fittizia chiusa nel fortino di palazzo Chigi”.
Fino a quando resisteranno? Massimo Giannini su la Repubblica sostiene che “in queste condizioni, non si governa per altri due anni un Paese complesso come il nostro. Più che posticipare di un anno le regionali del 2005, a questo punto sarebbe meglio anticipare di un anno le politiche del 2006”. A meno che non si dovrà ricorrere ai carri armati (si fa per dire) per schiodare Berlusconi dalla poltrona.
Paolo Franchi nel fondo del Corriere della Sera di oggi scrive che il voto per le provinciali di Milano, vinte dal centrosinistra, è “così denso di cattivi presagi per il governo e per la coalizione che lo sorregge. Perderne la provincia così seccamente, e perderla dopo aver perso, due settimane fa, le elezioni europee e il primo turno delle amministrative, significa che quel potere (il potere di un monarca assoluto) indiscusso e indiscutibile non lo è più nella sua roccaforte, figuriamoci altrove”.
Pasquale Cascella su l’Unità scrive che “Silvio Berlusconi ha perso la città emblema del suo impero finanziario e mediatico, delle sue alleanze politiche privilegiate, del suo comando unico. Ed ora la maggioranza reale del paese assedia la maggioranza fittizia chiusa nel fortino di palazzo Chigi”.
Fino a quando resisteranno? Massimo Giannini su la Repubblica sostiene che “in queste condizioni, non si governa per altri due anni un Paese complesso come il nostro. Più che posticipare di un anno le regionali del 2005, a questo punto sarebbe meglio anticipare di un anno le politiche del 2006”. A meno che non si dovrà ricorrere ai carri armati (si fa per dire) per schiodare Berlusconi dalla poltrona.
27 giugno 2004
Fahrenheit 9/11 va alla grande
Mercoledì scorso vi è stata a New York l’anteprima del film di Michael Moore Fahrenheit 9/11, già premiato con la Palma d’Oro a Cannes.
Hanno tentato in tutti i modi di boicottarlo, ma non vi sono riusciti. Le sale dove viene proiettato sono strapiene.
I repubblicani hanno detto: “Moore è fazioso, vada a farsi fottere e con lui tutti quelli come lui. Che tanto il potere lo abbiamo noi e vedrete che i nostri non andranno a vederlo”. Niente di più sbagliato. Neri e bianchi, democratici e repubblicani stanno andando a vedere il film per farsi una propria idea.
Il film parte con la denuncia di Moore che ricorda al pubblico in sala che Gorge W. Bush non ha vinto le elezioni in maniera regolare e che la vittoria gli fu assegnata a tavolino dalla Corte Suprema (a maggioranza repubblicana).
Da tutto il film Bush ne esce come una caricatura, ma anche come un essere disgustoso che vive di petrolio.
Moore spiega anche al pubblico che a fare la guerra ci vanno i poveri, quelli che vivono ai margini del sistema.
Il film sta ottenendo consensi non solo dal pubblico ma anche dalla critica. La stampa americana sostiene che il film avrà un forte impatto sulle prossime elezioni presidenziali americane. La missione di Moore è quella di mandare a casa il Presidente più dannoso della storia degli Stati Uniti.
Avessimo un Moore anche in Italia !
Hanno tentato in tutti i modi di boicottarlo, ma non vi sono riusciti. Le sale dove viene proiettato sono strapiene.
I repubblicani hanno detto: “Moore è fazioso, vada a farsi fottere e con lui tutti quelli come lui. Che tanto il potere lo abbiamo noi e vedrete che i nostri non andranno a vederlo”. Niente di più sbagliato. Neri e bianchi, democratici e repubblicani stanno andando a vedere il film per farsi una propria idea.
Il film parte con la denuncia di Moore che ricorda al pubblico in sala che Gorge W. Bush non ha vinto le elezioni in maniera regolare e che la vittoria gli fu assegnata a tavolino dalla Corte Suprema (a maggioranza repubblicana).
Da tutto il film Bush ne esce come una caricatura, ma anche come un essere disgustoso che vive di petrolio.
Moore spiega anche al pubblico che a fare la guerra ci vanno i poveri, quelli che vivono ai margini del sistema.
Il film sta ottenendo consensi non solo dal pubblico ma anche dalla critica. La stampa americana sostiene che il film avrà un forte impatto sulle prossime elezioni presidenziali americane. La missione di Moore è quella di mandare a casa il Presidente più dannoso della storia degli Stati Uniti.
Avessimo un Moore anche in Italia !
26 giugno 2004
Dipendenza Veronica
Chi si aspettava che dalla biografia, scritta da Maria Latella, dovesse uscire una Veronica Lario libera ed indipendente dal marito Berlusconi, ne rimarrà profondamente deluso. Ho letto degli stralci pubblicati sull’ultimo “L’espresso”. Ne viene fuori una moglie maritodipendente. Ognuno è libero di fare le scelte che vuole e che è capace di fare. Ma non venitemi a dire che la Lario rappresenta la parte buona di Berlusconi. Questo libro esce nel momento in cui il berlusconismo è in declino, nel tentativo di risollevarne le sorti.
Queste cose che io pensavo ieri, me le sono trovate confermate oggi in un articolo di Lidia Ravera pubblicato su “l’Unità”. Sentite cosa scrive Ravera: “Mai mi è capitato di leggere una difesa tanto accurata da accuse mai citate apertamente, una specie di cura ricostituente per un gigante in stato di debilitazione”.
Io non comprerò mai questa biografia sulla Lario e né la consiglierò mai a nessuno.
Queste cose che io pensavo ieri, me le sono trovate confermate oggi in un articolo di Lidia Ravera pubblicato su “l’Unità”. Sentite cosa scrive Ravera: “Mai mi è capitato di leggere una difesa tanto accurata da accuse mai citate apertamente, una specie di cura ricostituente per un gigante in stato di debilitazione”.
Io non comprerò mai questa biografia sulla Lario e né la consiglierò mai a nessuno.
25 giugno 2004
Quadro n. 1
Un campanile
un grande albero
un quarto di luna
in cima.
un grande albero
un quarto di luna
in cima.
24 giugno 2004
Bon ton e Bella ciao
Caro Paolo Mieli, io festeggio le vittorie elettorali contro Berlusconi come cazzo mi pare. Potrei farlo andandomene in montagna, ma a sciare. Oppure chiuso nel cesso di casa a fare esercitazioni di pernacchie contro il Berlusca. Oppure cantando in piazza, insieme a migliaia di altri cittadini, “Bella ciao”. Noi figli di contadini e operai, e siamo la stragrande maggioranza degli italiani, il bon ton ce l’abbiamo nel sangue. Il pistolotto sul senso della misura dovresti andare a farlo al miliardario ridens e soci suoi, che ci fanno vergognare di essere italiani. Se a detta dello stesso Berlusca chi lo vota è un fesso, io mi vanto di non votarlo. E poi chi è il capo di questi fessi? Caro Mieli io ho apprezzato molti tuoi articoli, ma questa volta hai scritto una stronzata.
MP3 - Bella ciao http://www.controappunto.org/moseca/bella%20ciao.mp3
Bella ciao
Tornata - finalmente - in auge, Bella Ciao è una delle canzoni più conosciute della Resistenza italiana. Se ne conoscono diverse varianti, ma questa sembra la più comune:
Questa mattina mi son svegliato
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
questa mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.
Oh partigiano, portami via
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
oh partigiano, portami via,
che mi sento di morir.
E se io muoio lassù in montagna
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e se io muoio lassù in montagna
tu mi devi seppellir.
Seppellire sulla montagna,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
seppellire sulla montagna
sotto l'ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e le genti che passeranno
mi diranno: " Che bel fior ".
È questo il fiore del partigiano,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà.
MP3 - Bella ciao http://www.controappunto.org/moseca/bella%20ciao.mp3
Bella ciao
Tornata - finalmente - in auge, Bella Ciao è una delle canzoni più conosciute della Resistenza italiana. Se ne conoscono diverse varianti, ma questa sembra la più comune:
Questa mattina mi son svegliato
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
questa mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.
Oh partigiano, portami via
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
oh partigiano, portami via,
che mi sento di morir.
E se io muoio lassù in montagna
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e se io muoio lassù in montagna
tu mi devi seppellir.
Seppellire sulla montagna,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
seppellire sulla montagna
sotto l'ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e le genti che passeranno
mi diranno: " Che bel fior ".
È questo il fiore del partigiano,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà.
23 giugno 2004
La nostra luna
Ricorda la nostra luna
parlare d’amore
fra gli alberi
nel chiarore
di notte d’estate.
I baci che portavano l’oblio
Ricorda il primo
timido leggero
- Mi par di tradire – dicesti
e poi gli altri
in continuo crescendo.
L’amore
La lontananza
L’attesa
Il buio senza luna
Ma già torna a bisbigliare
parole nuove
d’amore
la nostra luna
fra le stelle.
parlare d’amore
fra gli alberi
nel chiarore
di notte d’estate.
I baci che portavano l’oblio
Ricorda il primo
timido leggero
- Mi par di tradire – dicesti
e poi gli altri
in continuo crescendo.
L’amore
La lontananza
L’attesa
Il buio senza luna
Ma già torna a bisbigliare
parole nuove
d’amore
la nostra luna
fra le stelle.
22 giugno 2004
Radici cristiane
Da laico ho apprezzato moltissimo i ripetuti e accorati appelli del papa Karol Wojtyla contro la guerra in Iraq e contro tutte le guerre, in difesa della pace.
Non ho gradito per niente invece il suo attacco contro la Costituzione europea, approvata nei giorni scorsi, per l’assenza del richiamo alle radici cristiane del continente europeo. A tale richiamo Wojtyla ci teneva tantissimo. Ed è cosa legittima. Ma pretenderlo a tutti i costi è pura ed illegittima ingerenza della Chiesa nella politica degli Stati. E poi perché il non aver richiamato esplicitamente le radici cristiane deve significare aver reciso tali radici? Vi è un salto logico che ha poco a che fare con il realismo politico normalmente tenuto dal Vaticano.
Non ho gradito per niente invece il suo attacco contro la Costituzione europea, approvata nei giorni scorsi, per l’assenza del richiamo alle radici cristiane del continente europeo. A tale richiamo Wojtyla ci teneva tantissimo. Ed è cosa legittima. Ma pretenderlo a tutti i costi è pura ed illegittima ingerenza della Chiesa nella politica degli Stati. E poi perché il non aver richiamato esplicitamente le radici cristiane deve significare aver reciso tali radici? Vi è un salto logico che ha poco a che fare con il realismo politico normalmente tenuto dal Vaticano.
21 giugno 2004
Lilli la Rossa
In questo mio blog voglio lasciare una testimonianza dovuta a Lilli Gruber.
Molti di noi maschi, se non tutti, quando lei conduceva i telegiornali posizionandosi di profilo, anziché prestare attenzione a quello che diceva, guardando la sua bocca carnosa, ci lasciavamo trasportare da qualche cattivo pensiero. Non ci interessava se le notizie le avesse elaborate lei o gliele avesse scritte qualche altro, a noi importava che lì in video ci fosse lei. Magari fantasticavamo a spogliarla un po’.
Ci siamo un po’ ricreduti quando l’abbiamo vista e sentita parlare da Baghdad e ci raccontava della sporca guerra che lì veniva combattuta. Non riuscivamo a togliergli di dosso i vistosi foulards. Oltre lei ci interessava anche quello che diceva ed erano cose certamente pensate da lei.
Anche il milione e centomila elettori che l’hanno eletta al Parlamento Europeo lo hanno fatto pure per il suo fisico, ma principalmente per le sue idee e per i programmi che si prefigge di realizzare.
Io invece, che non ho potuto votarla, l’amerò per sempre perché ha battuto Berlusconi.
Molti di noi maschi, se non tutti, quando lei conduceva i telegiornali posizionandosi di profilo, anziché prestare attenzione a quello che diceva, guardando la sua bocca carnosa, ci lasciavamo trasportare da qualche cattivo pensiero. Non ci interessava se le notizie le avesse elaborate lei o gliele avesse scritte qualche altro, a noi importava che lì in video ci fosse lei. Magari fantasticavamo a spogliarla un po’.
Ci siamo un po’ ricreduti quando l’abbiamo vista e sentita parlare da Baghdad e ci raccontava della sporca guerra che lì veniva combattuta. Non riuscivamo a togliergli di dosso i vistosi foulards. Oltre lei ci interessava anche quello che diceva ed erano cose certamente pensate da lei.
Anche il milione e centomila elettori che l’hanno eletta al Parlamento Europeo lo hanno fatto pure per il suo fisico, ma principalmente per le sue idee e per i programmi che si prefigge di realizzare.
Io invece, che non ho potuto votarla, l’amerò per sempre perché ha battuto Berlusconi.
20 giugno 2004
Neoprog
Ho letto la recensione di un libro intitolato Cosa succede a un sogno. Le nuove tesi dei «neoprog» Usa, curato da Robeto Festa, edito da Einaudi, 261 pp., 15 euro. Libro che comprerò e leggerò quanto prima.
Sono raccolti testi di autori della sinistra americana: i neoprogressisti.
Si parte dalla critica ai neoconservatori «neocons» e alle loro tre dottrine fondamentali: la prima riguarda l’uso politico della menzogna; la seconda riguarda l’uso della religione come strumento di potere; la terza è il bisogno di un Nemico come elemento di coesione nazionale: tramontato il Nemico comunista si è fatto ricorso al nemico Islam. Il nostro Berlusca ancora non si è aggiornato, è rimasto ai comunisti.
I principi ispiratori dei «neoprog» sono la pace, la giustizia sociale e la difesa dell’ambiente; triade da contrapporre alla guerra, allo sfruttamento economico e al degrado ambientale.
I progetti da realizzare sono: un trattato mondiale per abolire le armi nucleari e le armi di distruzione di massa, anche negli Stati Uniti ovviamente; un programma di intervento internazionale per porre fine a tutte le guerre; una proibizione dei crimini contro l’umanità corredata da sanzioni adeguate; la creazione di una lega democratica che faccia crescere la democrazia in tutto il mondo.
Sono raccolti testi di autori della sinistra americana: i neoprogressisti.
Si parte dalla critica ai neoconservatori «neocons» e alle loro tre dottrine fondamentali: la prima riguarda l’uso politico della menzogna; la seconda riguarda l’uso della religione come strumento di potere; la terza è il bisogno di un Nemico come elemento di coesione nazionale: tramontato il Nemico comunista si è fatto ricorso al nemico Islam. Il nostro Berlusca ancora non si è aggiornato, è rimasto ai comunisti.
I principi ispiratori dei «neoprog» sono la pace, la giustizia sociale e la difesa dell’ambiente; triade da contrapporre alla guerra, allo sfruttamento economico e al degrado ambientale.
I progetti da realizzare sono: un trattato mondiale per abolire le armi nucleari e le armi di distruzione di massa, anche negli Stati Uniti ovviamente; un programma di intervento internazionale per porre fine a tutte le guerre; una proibizione dei crimini contro l’umanità corredata da sanzioni adeguate; la creazione di una lega democratica che faccia crescere la democrazia in tutto il mondo.
18 giugno 2004
Masseria Fallacchia
La struttura, con l'ingresso esposto a mezzogiorno, è del tipo a corte chiusa. Sul lato destro dell'ingresso è incorporato un locale, già adibito a cappella. Sono evidenti elementi di fortificazione, quali il muro di cinta, le feritoie e i ballatoi.
Nella vecchia masseria lo scrittore-commediografo francavillese Girolamo Bax ambientò la farsa dialettale Niccu Furcedda.
Nella vecchia masseria lo scrittore-commediografo francavillese Girolamo Bax ambientò la farsa dialettale Niccu Furcedda.
16 giugno 2004
Adorazione
Inaspettata
sei venuta
a donarti a me.
Momento d’eternità.
Adorazione silenziosa.
Pace
che riempirà
l’interminabile
ansia
per la tua
assenza.
sei venuta
a donarti a me.
Momento d’eternità.
Adorazione silenziosa.
Pace
che riempirà
l’interminabile
ansia
per la tua
assenza.
13 giugno 2004
Berlusconi fuorilegge
«Il candidato al Parlamento europeo, nonché PresDelCons, Silvio Berlusconi è stato arrestato e condotto nella vicina caserma dei Carabinieri. Più volte sollecitato dalle forze dell’ordine ad interrompere il comizio e ad allontanarsi dal seggio elettorale, Berlusconi si era rifiutato di farlo affermando che lui è il PresDelCons. L’arresto ed un anno di reclusione sono previsti dall’articolo 9 della legge 212 che proibisce la propaganda a urne aperte».
A me e a tanti altri sarebbe piaciuto leggere sui giornali di stamani questa notizia. Ma purtroppo è falsa. Nessun componente delle forze dell’ordine ha invitato Berlusconi ad interrompere il comizio che stava tenendo ieri pomeriggio, ad urne elettorali aperte, nei pressi del seggio 502 della scuola “Dante Alighieri” di Milano. Se qualcuno si fosse permesso di invitarlo ad allontanarsi, il Berlusca avrebbe fatto prendere la sue generalità e se avesse opposto resistenza l’avrebbe fatto arrestare.
Non escludo ora che l’Unto del Signore si faccia approvare in tempi rapidissimi una legge che permetta al PresDelCons Silvio Berlusconi di poter fare campagna elettorale in cielo, in terra ed in ogni luogo, ora e sempre. E che questa legge sia all’ordine del giorno degli strateghi di Forza Italia lo testimonia quanto affermato dall’ex comunista, ora buffone di corte, Sandro Bondi a commento della netta presa di posizione contro l’ultimo (?) esempio della strafottenza del Berlusca; Bondi ha invitato l’opposizione ad «evitare polemiche strumentali ad urne aperte».
Mi consola che vi siano ancora uomini veri, come Enzo Biagi, che hanno il coraggio di richiamarsi alla saggezza popolare, quando ricorda che «l’ora del coglione prende a tutti».
A me e a tanti altri sarebbe piaciuto leggere sui giornali di stamani questa notizia. Ma purtroppo è falsa. Nessun componente delle forze dell’ordine ha invitato Berlusconi ad interrompere il comizio che stava tenendo ieri pomeriggio, ad urne elettorali aperte, nei pressi del seggio 502 della scuola “Dante Alighieri” di Milano. Se qualcuno si fosse permesso di invitarlo ad allontanarsi, il Berlusca avrebbe fatto prendere la sue generalità e se avesse opposto resistenza l’avrebbe fatto arrestare.
Non escludo ora che l’Unto del Signore si faccia approvare in tempi rapidissimi una legge che permetta al PresDelCons Silvio Berlusconi di poter fare campagna elettorale in cielo, in terra ed in ogni luogo, ora e sempre. E che questa legge sia all’ordine del giorno degli strateghi di Forza Italia lo testimonia quanto affermato dall’ex comunista, ora buffone di corte, Sandro Bondi a commento della netta presa di posizione contro l’ultimo (?) esempio della strafottenza del Berlusca; Bondi ha invitato l’opposizione ad «evitare polemiche strumentali ad urne aperte».
Mi consola che vi siano ancora uomini veri, come Enzo Biagi, che hanno il coraggio di richiamarsi alla saggezza popolare, quando ricorda che «l’ora del coglione prende a tutti».
11 giugno 2004
Riscatto
Nel coro dell’area democratica e di sinistra Gino Strada, fondatore di Emergency, qualche stecca l’ha presa. Ma gli do la massima credibilità quando afferma: “Ho le prove, per liberare i tre ostaggi italiani in Iraq non vi è stato nessun blitz. Gli ostaggi sono stati semplicemente consegnati dai rapitori in cambio di un grosso riscatto pagato dalle autorità italiane: 9 milioni di dollari”.
E la mia convinzione che Strada dica la verità è stata avvalorata dal modo arrabbiato ed assatanato con cui il responsabile della Croce Rossa Italiana in Iraq ha tentato di smentire questo pagamento.
Se i sequestratori sono terroristi, il pagamento di un riscatto a loro è finanziamento al terrorismo.
E la mia convinzione che Strada dica la verità è stata avvalorata dal modo arrabbiato ed assatanato con cui il responsabile della Croce Rossa Italiana in Iraq ha tentato di smentire questo pagamento.
Se i sequestratori sono terroristi, il pagamento di un riscatto a loro è finanziamento al terrorismo.
9 giugno 2004
Non facciamoli eroi
Finalmente i tre ostaggi rapiti in Iraq sono stati liberati. Ne siamo felicissimi per loro, per i loro familiari e per noi italiani. Ricordiamo però che questa felice sorte non è toccata al quarto ostaggio, che è stato ammazzato.
Ma non facciamoli eroi. Come loro e i loro familiari hanno sempre detto erano andati in Iraq semplicemente per lavorare. L’unica causa del loro rapimento e della loro detenzione è stata la sporca guerra di Bush contro l’Iraq. Senza questa guerra, sbagliata come tutte le guerre, forse loro non sarebbero stati in Iraq, e certamente non sarebbero stati rapiti.
Ma non facciamoli eroi. Come loro e i loro familiari hanno sempre detto erano andati in Iraq semplicemente per lavorare. L’unica causa del loro rapimento e della loro detenzione è stata la sporca guerra di Bush contro l’Iraq. Senza questa guerra, sbagliata come tutte le guerre, forse loro non sarebbero stati in Iraq, e certamente non sarebbero stati rapiti.
5 giugno 2004
Lo sbarco in Normandia
Le previsioni catastrofiche di Berlusconi non si sono avverate. Il corteo contro la guerra di Bush si è snodato tranquillamente per le vie di Roma. Salvo qualche piccola scaramuccia. I pacifisti hanno disarmato gli incappucciati scalmanati, quattro gatti. Quelli che volevano il caos hanno sbagliato i conti. Berlusconi e la sua compagnia ne sono rimasti delusi. Il casino che speravano per risalire la china elettorale non c’è stato. Il Berlusca sperava di consolarsi così anche dalla delusione per l’esclusione dalle celebrazioni che si terranno domani 6 giugno in Francia, per celebrare lo sbarco in Normandia di 60 anni fa. Vi saranno 22 capi di Stati e di governo e Berlusca no. Vi saranno il presidente Bush, il presidente Chirac, la regina Elisabetta II, Tony Blair, Vladimir Putin, Gerhard Schroeder e tanti altri, ma il Berlusca no. Il nostro presidente a livello europeo e mondiale non conta una mazza.
3 giugno 2004
Chi l’ha detto?
“Capisco che gli iracheni possano prendere le armi contro le forze di occupazione. Non tutti i combattenti sono terroristi. Non sopportano di essere occupati. Né io né nessun altro vorremmo essere al loro posto”.
Secondo voi chi ha pronunciato queste frasi sulla guerra in Iraq? Prodi, D’Alema, Fassino, Bertinotti, Rutelli o qualche altro leader del centrosinistra? No signori, le ha dette il presidente americano Bush, in prossimità della sua visita in Europa.
Immaginate ora le giravolte e le contorsioni che faranno il pallore gonfiato Bondi, il cicchettato Cicchitto, il pretonzolo Baget Bozzo. Ma statene tranquilli, lo faranno senza vergogna alcuna, con l’espressione assente di sempre. I lacchè di padron Berlusca non hanno un’anima, sono vuoti contenitori del pensiero unico berlusconiano.
Secondo voi chi ha pronunciato queste frasi sulla guerra in Iraq? Prodi, D’Alema, Fassino, Bertinotti, Rutelli o qualche altro leader del centrosinistra? No signori, le ha dette il presidente americano Bush, in prossimità della sua visita in Europa.
Immaginate ora le giravolte e le contorsioni che faranno il pallore gonfiato Bondi, il cicchettato Cicchitto, il pretonzolo Baget Bozzo. Ma statene tranquilli, lo faranno senza vergogna alcuna, con l’espressione assente di sempre. I lacchè di padron Berlusca non hanno un’anima, sono vuoti contenitori del pensiero unico berlusconiano.
Iscriviti a:
Post (Atom)