Sandro Bondi, il coordinatore nazionale di Forza Italia, ha imparato molto bene la lezione dal suo capo Berlusconi. Le parole non contano niente. La verità non esiste. Si può dire tutto ed il contrario di tutto. Oggi si afferma una cosa che domani verrà smentita totalmente. Non ha alcuna importanza che l’una e l’altra cosa siano state inoppugnabilmente documentate e rese pubbliche dai mezzi di comunicazione.
In una lettera ai coordinatori regionali del partito, Bondi chiede di escludere dalle liste tutti coloro che risultino coinvolti in procedimenti penali, salvo però quelli che lo siano per motivi politici. Scrive Bondi: «Eventuali procedimenti penali che riguardano nostri parlamentari o eventuali candidati, esclusi naturalmente quelli che, come sappiamo, hanno un origine di carattere politico costituiscono un motivo sufficiente di esclusione dalle liste, soprattutto per un partito come il nostro che ha sempre potuto vantare un'assoluta onestà da parte di tutti i suoi rappresentanti». [E qui ci azzecca spontanea una sonora pernacchia].
Quella che annuncia Bondi è una mannaia che cadrebbe ben prima della semplice condanna. Il primo ad esserne colpito sarebbe il capo dei capi, Silvio Berlusconi. Non potrebbe e non dovrebbe essere candidato. Infatti Berlusconi ha ottenuto una amnistia, sette prescrizioni, reati depenalizzati da sé medesimo, ed ha in corso il processo Mills - diritti Mediaset.
Ed immediatamente il povero Bondi, che aveva scritto quella lettera sotto ipnosi comunista, è costretto a precisare che il contenuto della lettera è provvisorio e che sarebbe stato oggetto di confronto con Fini in una successiva riunione. Plateale marcia indietro, frutto di una pesante bacchettata di Berlusconi.
E se non lo si fosse capito bene, il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchetto precisa: «La nostra valutazione è che si è colpevoli solo dopo il pronunciamento di tre livelli di giudizio, e solo una visione giustizialista può considerare incompatibile chi è indagato o anche chi non ha completato tutto l'iter processuale».
Ne possiamo stare tranquilli, il futuro Parlamento italiano vedrà ancora presenti tra le sue fila non pochi delinquenti patentati.
Anzi il programma di Forza Italia, ancora non sciolta, prevede la riscrittura dell’articolo 68 della Costituzione, per reintrodurre l’immunità parlamentare, cancellata nel 1993.
Gli impresentabili
esclusi naturalmente quelli che, come sappiamo, hanno un origine di carattere politico includeva già berlusconi nell'elenco dei candidati...non capisco di che ti stupisci :)
RispondiElimina«La nostra valutazione è che si è colpevoli solo dopo il pronunciamento di tre livelli di giudizio». Solo questo è un orrore giuridico: la sentenza di qualsiasi giudice della Repubblica è idonea a diventare definitiva, si è colpevoli anche condannati in primo grado, non è obbligatorio appello e cassazione.
RispondiEliminaMa - lo so - per la Costituzione loro non hanno mai avuto grande simpatia...