14 gennaio 2005

Il Sole 24 Ore cambia strada

Il Sole 24 Ore cambia strada. Dalla posizione fiancheggiatrice del governo della presidenza D'Amato alla posizione critica ed autonoma della presidenza Montezemolo.
Il nuovo direttore Ferruccio De Bortoli l'ha detto chiaro nel suo primo editoriale dell'11 gennaio 2005. «Siamo per un bipolarismo compiuto - ha scritto -, ma ciò non vuol dire che anche i media debbano necessariamente arruolarsi con uno dei due schieramenti. Rispettiamo chi fa questa scelta, ma non è la nostra. Le opinioni saranno chiare, le posizioni nette, ma il Sole sarà un tavolo in cui tutte le idee si confronteranno in un clima di reciproca legittimazione».
Tutto l'opposto in pratica di quello che fanno altri media e altri giornali, proni a Berlusconi.
De Bortoli vuole puntare sulla qualità dell'informazione. «Qualità tanto più necessaria in un periodo storico nel quale spesso prevale un'idea servile e ancillare dei media e trionfa il conflitto d'interessi (ce n'è uno grande ma non è l'unico)». Berlusconi addio!
Ma c'è ancora di più. «Il Sole promuove una società aperta e democratica con un miglior senso della legalità (oggi in caduta)».
E ce n'è anche per le ultime scelte governative nelle dirigenze degli istituti di garanzia. «L'Italia è povera di istituzioni di garanzia. Non esprime una cultura politica diffusa che ne apprezzi l'importanza, come dimostrano le ultime scelte per l'Antitrust. Senza il rispetto per il ruolo dell'informazione e per l'indipendenza delle autorità di garanzia, una democrazia è pura finzione».
Perfetta descrizione del regime berlusconiano. Ma nonostante Berlusconi l'Italia ha le forze, le capacità, gli uomini per andare avanti. «Per fortuna c'è un'altra Italia, quella dell'impresa e del lavoro, che si batte ogni giorno sui mercati globali, supplendo a un sistema Paese assente; coniuga coraggio e fantasia, rischio e passione. Questa Italia interpreta un nuovo spirito italiano che vorremmo più forte, visibile e considerato».
De Bortoli ed il suo Sole 24 Ore, lo abbiamo capito, faranno la loro parte. A noi tocca fare la nostra.

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