26 giugno 2006

Volver (tornare) - Film

Ero andato a vedere il film in modo prevenuto. Avendo letto qualche critica, credevo che non mi sarebbe piaciuto.
Ed invece man mano che il film andava avanti, scena per scena, ne rimanevo sempre più avvinto.
Immagini, luci, colori meravigliosi.
Attrici stupende che sembravano recitare la loro vita vera.
Una storia vera e surreale allo stesso tempo, forse tanto più vera quanto più surreale.
Storie pesanti e truci, vissute quasi con naturalezza. Non riesco a spiegarmi se questo è il limite o la grandezza del film. Rimane sospesa e senza risposta la domanda: chi fa giustizia e a chi?
Dovendo (volendo) citare due episodi del film, ne cito due marginali alla storia narrata nel film, ma significativi del modo di pensare di Almodóvar.
Il primo è la citazione del mondo del cinema: una troupe cinematografica, che sta girando le scene finali di un film, vista all'ora di pranzo; visione in tv del film Bellissima di Luchino Visconti. Il cinema ci salverà.
Il secondo episodio è la presenza sguaiata e senz'anima della televisione, che mette ansia e non lascia dormire la notte. La televisione ci distrugge.

Riporto ora un brano molto significativo dalle "note di regia" di Almodóvar.
“Volver” è un omaggio ai riti sociali che vivono le persone del mio paese relativamente alla morte e ai defunti. I defunti non muoiono mai. Ho sempre ammirato e invidiato la naturalezza con la quale i miei paesani parlano dei morti, coltivano la loro memoria e visitano in continuazione le loro tombe. Come nel film il personaggio di Agustina, così molti di loro curano la propria tomba per anni mentre sono ancora in vita. Ho la sensazione ottimista di essermi impregnato di tutto questo, e qualcosa mi è rimasto attaccato.
Non ho mai accettato la morte, non l’ho mai capita (l’ho già detto). Per la prima volta credo di poterla guardare senza paura, anche se continuo a non capirla e a non accettarla. Comincio ad abituarmi all’idea che esiste.
Nonostante io sia un non credente, ho cercato di far venire il personaggio (di Carmen Maura) dall’aldilà. E l’ho fatto parlare del paradiso, dell’inferno e del purgatorio. E, non sono il primo a scoprirlo, l’aldilà è qui. L’aldilà è nell’aldiquà. L’inferno, il paradiso o il purgatorio siamo noi, sono dentro di noi, già lo aveva detto Sartre meglio di me.

Trama
Madrid. Oggi. Raimunda è una madre giovane, imprenditrice, molto attraente, con un marito disoccupato e una figlia in piena adolescenza. E' una donna molto forte che fin dalla sua infanzia custodisce nel silenzio un terribile segreto. Sua sorella Sole è un po' più grande di lei. Timida e paurosa, si guadagna da vivere con un negozio di parrucchiere abusivo. Paula è la zia delle due donne, abita in un paese de La Mancha dove è nata tutta la famiglia. Una domenica di primavera, Sole chiama Raimunda per dirle che Augustina (una vicina del paese) le ha telefonato per comunicarle che la zia Paula è morta. Raimunda adorava sua zia, ma non può andare al funerale perché ha trovato il marito morto in cucina, con un coltello piantato nel petto. La figlia ha confessato di essere stata lei ad aver ucciso il padre perché questi, ubriaco, l'aveva ripetutamente molestata.

Cast
Regia: Pedro Almodovar
Attori: Penélope Cruz (Raimunda), Lola Dueñas (Sole), Carmen Maura (Abuela Irene), Yohana Cobo (Paula), Blanca Portillo (Agustina)
Sceneggiatura: Pedro Almodovar
Fotografia: José Luis Alcaine
Musiche: Alberto Iglesias
Montaggio: José Salcedo
Produzione: El Deseo S.A.
Distribuzione: Warner Bros.
Data di uscita: Cannes 2006, 19 Maggio 2006 (cinema)

Sito italiano: http://www.volverfilm.it/

Premi
Cannes Film Festival - 2006
Miglior attrice - Penelope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo e Chus Lampreave ( "Il premio per la migliore interpretazione va a tutto il cast di Volver" )
Miglior sceneggiatura - Pedro Almodóvar

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