tag:blogger.com,1999:blog-21629527.post8150290130967138926..comments2023-11-15T23:59:49.344+01:00Comments on Diario di Rocco Biondi - Blog: Il brigante Chiavone, di Michele Ferri e Domenico Celestinoroccobiondihttp://www.blogger.com/profile/00196857540346735161noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-21629527.post-68915641862567730472013-02-11T22:07:22.191+01:002013-02-11T22:07:22.191+01:00Lorenzo, il libro da me recensito del 1984 è di di...Lorenzo, il libro da me recensito del 1984 è di difficilissima reperibilità. Nel 2001 è stato riedito, a firma del solo Michele Ferri, dall'Azienda di Promozione Turistica di Frosinone e dal Centro Sorano di Ricerca Culturale. Per trovarlo potresti rivolgerti all'autore.<br />Rocco Biondiroccobiondihttps://www.blogger.com/profile/00196857540346735161noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21629527.post-65383350936203869152013-02-11T17:10:11.138+01:002013-02-11T17:10:11.138+01:00Salve,
volevo chiedervi, gentilmente, dove potrei ...Salve,<br />volevo chiedervi, gentilmente, dove potrei trovare il libro.<br />Pur essendo nato a Sora, per motivi di studio vivo a Ferrara. Sono andato in libreria, ma mi è stato detto che per loro è impossibile reperire il libro.<br />Avreste dei consigli da darmi per trovarlo?<br /><br />Vi ringrazio<br /><br />Lorenzo PorrettaLorenzo Porrettanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21629527.post-36993150820554589032010-12-27T18:24:19.126+01:002010-12-27T18:24:19.126+01:00E ora, dott. Biondi, vorrei dire qualcosa sulle cr...E ora, dott. Biondi, vorrei dire qualcosa sulle critiche che ci rivolge. Quando lei dice che noi autori non siamo riusciti “nemmeno a trovare una convergenza parallela, che in qualche modo dia un valore positivo” alla nostra ricerca, a mio avviso dice il vero. Non è facile fare una scelta di campo ricostruendo una guerra complessa come quella del brigantaggio. Lo stesso Molfese, in prefazione, ricorda che il brigantaggio nel periodo in questione “si presentò come il nodo storico di tre ardui problemi (la questione meridionale, la questione contadina e la questione vaticana) che alla fine, dopo travagli di decenni, sarebbero rimasti senza una soluzione storica positiva”. Aggiunga che gli infiniti documenti che abbiamo raccolto, a volte molto pepati, mettevano sotto schiaffo tutti, proprio tutti. Mettevano a nudo il cinismo sanguinario dei fucilatori piemontesi ma anche la sobillazione abbietta degli uomini di chiesa che mandavano al macello gli individui più animosi o più compromessi per mantenere prerogative e privilegi; confermavano la supponenza espropriativa degli annessionisti ma anche i tradimenti riprovevoli dei burocrati del vecchio regime accecati dall'ambizione; seguivano il perfido cambio di casacca del ceto dei galantuomini, disumani sfruttatori del lavoro bracciantile, ma questi documenti facevano capire pure l'innocente ignoranza di capibanda e gregari che, seppur coraggiosi e fortemente dotati di spirito di corpo, erano incapaci di orientare quella rivoluzione o, se si vuole, quella controrivoluzione verso precisi obiettivi di classe da perseguire che erano poi quelli della conquista delle terre su cui buttavano il sangue, di una più umana ridistribuzione della ricchezza, della costruzione di alcune basi fondamentali di democrazia e di partecipazione sociale. Ecco, forse quest'ultimo aspetto, chiamiamolo ideologico, è rimasto un po' in penombra nella nostra ricerca dopo aver ampiamente documentato le condizioni del ceto contadino e operaio nella Valle del Liri prima e durante il travagliato processo unitario. E' stato fatto anche di proposito, per la verità, perché il nostro assunto era quello di far parlare le carte affinché, su queste, altri più esperti, o più votati, potessero ancor più agevolmente approfondire i loro studi sul fenomeno e rafforzare le componenti delle loro ideologie. Spero che in questo senso il libro sia ancora d'aiuto, considerando anche il fatto che Chiavone, per il territorio strategico in cui operò e per i contatti ad altissimo livello che ebbe, risulta il capobanda più politicamente implicato nella vasta epopea brigantesca postunitaria, e quindi uno dei più importanti.<br /><br />Lei poi ci dice di aver dato troppo credito e spazio a fonti come Gelli, Saint Jorioz e Zimmermann.<br /><br />Io direi che Gelli non è quantitativamente rilevante nelle citazioni del libro. Per gli altri due, dott. Biondi, come si fa a non dare spazio all'informatissimo Saint Jorioz, che non la manda a dire a nessuno, e a Zimmermann che, nonostante la retorica e l'inattendibilità di giudizio, sul piano della diaristica di guerra è l'unico che ci documenta con notevole precisione su quanto avveniva in montagna, all'interno della banda, su come si organizzavano e si soffrivano gli scontri da parte dei chiavonisti?<br /><br />Grazie e molti cordiali saluti.<br /><br />Michele FerriMichele Ferrinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21629527.post-40000267981416229792010-12-27T18:14:14.863+01:002010-12-27T18:14:14.863+01:00Caro dott. Biondi,
leggo con colpevole ritardo la...Caro dott. Biondi,<br /><br />leggo con colpevole ritardo la sua recensione al nostro libro su Chiavone. Finalmente un' analisi seria del nostro lavoro dopo decenni di silenzio ma, paradossalmente, anche di continuo saccheggio del suo contenuto da parte di autentici gnocchi o di improvvisati e sgrammaticati storici-pubblicisti che, prendendo spunto o copiando, si sono guardati bene dal citare adeguatamente la nostra fatica, quando, addirittura, non l'hanno completamente nascosta. Ora il suo scritto mi fa tornare a pensare (ripeto, finalmente!) che ci sono ancora persone di trasparente rigore intellettuale dalle quali è bello prendere pure delle critiche. Mi creda, dai lontani anni ottanta non registravo più una simile lettura della nostra puntigliosa ricerca. Da quegli anni è tornata l'ignoranza su Chiavone (nel senso che, pur interessandosi a lui, molti pubblicisti ne hanno innocentemente ignorato la più seria e completa biografia) oppure la malafede, forse derivata dall' ideologia, dal puro tifo, dalla scuola storica di appartenenza... Certo, nell'uno e/o nell'altro caso non si rende un buon servizio al dibattito storico, che, come lei sa e lascia capire dagli interventi sul suo interessante blog, non ama le rimozioni ma riconosce qualche merito a chi se lo è conquistato, seppure dissentendo.<br /><br />Pertanto, grazie di cuore per l'attenzione che ci ha voluto riservare e scuse sincere per questo sfogo che manifesto ora per la prima volta e a persona impegnata e intelligente che saprà comprenderlo.<br />(continua)<br /><br />Michele FerriMichele Ferrinoreply@blogger.com